La premessa necessaria è che se al giorno d’oggi si parla del vasto mondo della floriterapia, metodica che racchiude tutti quegli approcci dove si utilizzano rimedi a base di fiori, lo si deve esclusivamente a Edward Bach e alle sue intuizioni.
Oltre ai Fiori di Bach, su cui si focalizza questo articolo, negli ultimi vent’anni si è visto aprirsi un ampio ventaglio di proposte, fra cui fiori australiani, fiori hymalaiani, fiori italiani, fiori californiani, fiori francesi, etc.
Non si può pertanto negare la fortuna di cui gode questo approccio, che ha come obiettivo l’individuazione di uno squilibrio emozionale e l’attivazione nell’individuo delle risorse necessarie a far rientrare la disarmonia tramite l’assunzione di uno o più rimedi floreali. Tale intervento quindi si spende bene in ambito preventivo, allo scopo di evitare che uno stato d’animo si cristallizzi stabilmente nell’esperienza emotiva di una persona, portando così alla patologia.
Il metodo del dr. Bach sfrutta perciò le manifestazioni emotive di un individuo come segnali di un disturbo che è in atto sul suo piano energetico/vibrazionale, ed è frutto di una difficoltà di relazione con la propria Anima, l’Io reale di quel soggetto, di cui il corpo è solo un pallido riflesso. Chi decide di utilizzare i fiori di Bach si appresta a leggere il proprio vissuto in chiave evolutiva, come un processo continuo di cambiamento, che ha lo scopo di rivelare l’essenza profonda di ogni essere umano.
L’obiettivo del Naturopata quindi è studiare il “come” (cioè le modalità di reazione di una persona) per raggiungere il “cosa” (cioè il bisogno che sta dietro al modo).
Fiori di Bach: come sceglierli e come usarli
Da quanto detto è chiaro che la scelta di quanti e quali fiori utilizzare non può essere fatta da soli: l’auto-osservazione e la consapevolezza di sé sono sicuramente fra i compiti più difficili. Il primo grande vantaggio del rivolgersi a un consulente è proprio la possibilità di fare un’esperienza empatica, dove potersi esprimere ed essere ascoltati senza nessun giudizio, in modo neutrale. Solo in questo contesto è, a mio parere, possibile riconoscere le emozioni attive nella persona e, di conseguenza, scegliere i rimedi più appropriati per riequilibrarle.
Per questo motivo mi sento di scoraggiare l’uso dei vari test di autovalutazione che si trovano in giro, dove, rispondendo a un certo numero di domande, si può arrivare a capire di quali fiori si ha più bisogno: trovo questo approccio troppo razionale e schematico, con la conseguenza di far perdere il contatto con la propria unicità.
Allo stesso modo ritengo poco attendibile l’utilizzo del test kinesiologico muscolare o il metodo del pendolo: con l’idea di affidarsi a un approccio intuitivo, non ragionato, si dimentica quanto l’operatore difficilmente riesca a rimanere neutrale (in quanto essere umano) e quanto facile sia sul piano fisico alterare dei test che si basano essenzialmente sulla sensibilità.
Trovo che la via della relazione sia quella che sposta il tutto sul piano del cuore, giusto mezzo fra la ragione e l’intuito che rimangono strumenti preziosi.
Fiori di Bach: conosciamoli meglio
I fiori di Bach sono 38 e la loro preparazione, secondo le indicazioni del dr. Bach stesso, prevede la macerazione in acqua di fonte o oligominerale delle corolle di fiori che hanno raggiunto la piena fioritura, esposte al sole (solarizzazione) per 3-4 ore: dopo aver rimosso le corolle, a questa tintura filtrata si aggiungerà un pari volume di brandy che ha la funzione di conservante. Per alcuni rimedi, in sostituzione di questo processo, si utilizza la bollitura per 30 minuti.
Normalmente la dose giornaliera consigliata per un soggetto adulto è di 4 gocce x 4 volte sotto la lingua o diluite in poca acqua, distribuite possibilmente in modo omogeneo nell’arco della giornata, per un periodo di tempo che varia da poche settimane a 2-3 mesi. Il prezzo di un singolo rimedio può variare dai 5 ai 10 euro a seconda dell’azienda che lo produce.
Bach ha diviso i vari rimedi in 7 gruppi, individuando a grandi linee le principali aree d’azione dei fiori stessi:
- Fiori per la paura: Rock Rose, Mimulus, Cherry Plum, Aspen, Red Chestnut;
- Fiori per l’incertezza: Cerato, Scleranthus, Gentian, Gorse, Hornbeam, Wil Oat;
- Fiori per l’insufficienza di interesse per il presente: Clematis, Honeysukle, Wilde Rose, Olive, White Chestnut, Mustard, Chestnut Bud;
- Fiori per la solitudine: Water Violet, Impatiens, Heather;
- Fiori per l’ipersensibilità alle influenze e alle idee degli altri: Agrimony, Centaury, Walnut, Holly;
- Fiori per lo scoraggiamento e la disperazione: Larch, Pine, Elm, Sweet Chestnut, Star of Bethlehem, Willow, Oak, Crab Apple;
- Fiori per la preoccupazione eccessiva per il benessere degli altri: Chicory, Vervain, Vine, Beech, Rock Water.
Oltre a questi rimedi singoli, che possono essere combinati fra loro fino ad un massimo di 4 fiori (solo in casi particolari, normalmente 3 fiori sono più che sufficienti), Bach aveva ideato il Rescue Remedy (Rimedio di soccorso), dove sono combinati 5 fiori: Star of Bethlehem (per lo shock), Rock Rose (per il panico), Impatiens (per lo stress mentale e la tensione), Cherry Plum (per la disperazione), Clematis (per la confusione, la perdita di coscienza).
Come si può intuire facilmente è un rimedio pensato per casi di emergenza, cattive notizie, incidenti, problemi improvvisi.
Fiori di Bach e problemi d’ansia
Osservando le aree emotive dei 7 gruppi si nota come ad esempio l’ansia, uno dei disagi più diffusi nell’epoca attuale, non sia considerata. A tal proposito va ricordato che l’ansia non è un’emozione primaria, ma possa essere la risultante di una forte preoccupazione, per ipotetici scenari futuri o per problemi che sembrano non aver soluzione, oppure di una paura, che può sfociare in angoscia.
E’ chiaro perciò che potenzialmente il rimedio per l’ansia di una persona potrebbe essere pescato da tutti i 7 gruppi esaminati, poiché sarà la sensibilità soggettiva a sviluppare da un’incertezza, da una preoccupazione o anche da una solitudine una reazione ansiosa. Questo riconferma l’importanza assoluta dell’ascolto empatico rivolto al cliente oltre che la necessità di una relazione aperta di fiducia fra consulente e cliente.
Fiori di Bach: riferimenti formativi e legislativi
Censita già nel 1976 dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) fra i metodi di cura complementare, in Italia e altri paesi d’Europa la floriterapia non è riconosciuta dallo Stato.
Riferimento assoluto è il Bach Centre, sorto in Inghilterra a Mount Vernon, che offre corsi di formazione sia in loco che in Italia. Nel panorama nazionale sono sicuramente importanti la Società Italiana di Floriterapia e l’Unione di Floriterapia che organizzano conferenze, convegni e corsi.
Una buona formazione viene offerta anche da scuole di Naturopatia che includano nel programma didattico corsi di floriterapia con esame e tirocini pratici, allo scopo di formare un consulente esperto nella relazione d’aiuto attraverso l’applicazione di tale metodo.
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