Di questo termine si è iniziato a sentir parlare per la prima volta nel 1926, quando il sudafricano Jan Christiaan Smuts scrisse il libro Holism and Evolution (Olismo ed evoluzione). Un ulteriore impulso a questa idea fu dato nel 1941 dall’ingegnere e fisico ungherese Dennis Gabor, inventore dell’ologramma, con cui vinse il premio Nobel.
La radice della parola deriva dal greco òlos, che significa “tutto” e rimanda al concetto di relazione stretta fra la “parte” e l’insieme di un sistema, al punto che qualsiasi manifestazione della prima parlerà della condizione del secondo: allo stesso modo qualsiasi azione effettuata sulla parte avrà un riflesso sul sistema stesso.
Nonostante nel corso del tempo questa visione si sia applicata a svariati ambiti specifici (filosofia, fisica, psicologia, medicina), è sicuramente nella concezione dell’essere umano inteso come unità mente/corpo che trova la sua più efficace concretizzazione.
Visione olistica
Quando si parla di visione olistica dell’uomo, infatti, si rivolge l’attenzione alla interconnessione fra i diversi piani di realtà di un individuo (fisico, emotivo, sentimentale, espressivo, mentale, spirituale), da cui si produce per diretta conseguenza una condizione dinamica di salute o disarmonia, che può condurre anche alla malattia.
Da naturopata non mi occupo delle derive patologiche di un sistema olistico alterato (quello è il campo della medicina olistica, quali possono essere considerate la Medicina Tradizionale Cinese o la Medicina Ayurvedica, che richiedono per essere praticate una laurea in medicina), ma sono tenuto a conoscere in modo approfondito i meccanismi funzionali dell’olismo per occuparmi di prevenzione primaria.
Con questo termine si intendono tutti gli atti di valutazione e di mantenimento del sistema olistico “uomo”, che richiedono una profonda conoscenza delle dinamiche relazionali fra i vari piani di realtà sopra elencati da cui è determinata l’esperienza umana.
Approccio olistico
Ecco che si può parlare anche per il naturopata di “approccio olistico”, che si traduce sostanzialmente in un modo di pensare e di osservare la persona, al fine di mantenerla in un’ottima condizione di salute e benessere, oltre che assicurargli una ideale qualità di vita, calibrata sulla propria unicità.
Una parte fondamentale di questo approccio è data dalla capacità di conoscere chi si ha di fronte, per poterne fissare le caratteristiche costituzionali bio-tipologiche e comprendere in che modo “funziona”. Fra gli strumenti del naturopata, particolarmente utile in tal senso è la fisiognomica, che dall’osservazione del volto, delle sue proporzioni, del rapporto fra le “finestre” (occhi, naso, bocca, orecchie) e riquadro del viso, del colorito e di eventuali rughe, riesce a capire quali siano gli organi e le funzioni con maggior propensione all’indebolimento.
Uno strumento molto utile in quest’ottica è l’iridologia, ovvero lo studio dell’iride umana: composta da tessuto nervoso, è una rappresentazione completa del terreno costituzionale dell’individuo e può esser letta come una mappa riflessa dell’organismo nella sua complessità, permettendo al naturopata di individuare quali sono i punti di minor resistenza a cui dare sostegno.
Ai fini del mantenimento e del miglioramento dello stato di salute, risultano molto utili tecniche manuali come lo Shiatsu, la Riflessologia, il trattamento Cranio-sacrale e l’osteopatia, tutti strumenti tipici dell’operatore olistico in grado di correggere squilibri energetici e disarmonie poco importanti, ma soprattutto di rinforzare l’intero sistema e le relazioni fra i vari livelli di esperienza dell’essere umano.
Un testo consigliato, soprattutto per chi desidera avere una visione panoramica sull’argomento, è sicuramente “Tutto è uno” di Michael Talbot. L’Autore mostra chiaramente come, sia nell’infinitamente grande che nell’infinitamente piccolo, si possa rintracciare una matrice comune: un esempio classico è la spirale, visibile in alcune conchiglie come nella forma delle galassie, che dà la forma anche all’elica del DNA umano.
L’idea olografica, così moderna, in realtà è presente già nella cultura delle tradizioni antiche.
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